Sono in molti a chiedersi chi abbia inventato il primo cocktail, e altrettante persone sono convinte di conoscere la risposta.
Il problema è che nessuna risposta sarà mai la stessa e che tutti hanno comunque in qualche modo ragione!
Molti raccontano la storia della principessa messicana Xoctl che, secondo la leggenda, offri' un drink a un ufficiale ospite di suo padre. Ne derivò un classico malinteso: i soldati pensarono che Xoctl fosse in realtà il nome della bevanda, e non quello della principessa.
Di conseguenza la parola "cocktail" entrò nel vocabolario come il nome di una strana bevanda curiosamente esotica, forte e assolutamente deliziosa. Probabilmente questa storia è solo frutto di una vivida immaginazione.
Il cocktail come lo intendiamo noi, ha avuto quasi certamente origine negli anni Venti negli Stati Uniti durante il Proibizionismo, quando l'alcol era fuori legge. Il cocktail nacque infatti come tentativo di creare una bevanda alternativa al malfamato bathtub gin e ad altri liquori di contrabbando.
Era il periodo in cui i bevitori clandestini si ritrovavano in bettole illegali, fieri di prendersi gioco delle autorità facendo loro credere che le bevande sorseggiate da innocenti tazze da tè fossero, di conseguenza, non alcoliche. Inventarono pertanto un bizzarro linguaggio in codice per il reale contenuto delle tazze, costituito da nomi fantasiosi. Tali nomi contribuirono senza dubbio a rendere affascinante preparare, bere e servire i cocktail.
Il Proibizionismo iniziò il 17 gennaio 1920 e fini' nel dicembre 1933 quando (e non cè da stupirsi) la qualità dei liquori disponibili in commercio era molto migliorata. Fu per questa ragione che molte delle miscele già deliziose si fecero via via più raffinate. La gamma dei cocktail divenne più varia e si incominciarono ad adottare ingredienti sempre più fantasiosi e nomi sempre più curiosi e bizzarri.
Ma il cocktail incominciò davvero ad avere successo quando non solo aumentarono il numero e la varietà dei drink, ma divenne la bevanda preferita da tutti i membri dell'alta società , negli Stati Uniti e nelle più sofisticate città d'Europa. In un breve lasso di tempo ogni hotel o club alla moda poteva vantarsi di avere un bar attrezzato per servire cocktail ai clienti.
Gli anni Venti e Trenta furono l'epoca d'oro dei cocktail e alcuni dei drink più esotici inventati nei due decenni sono ancora bevuti nei nostri locali: Bloody Mary, Gimlet, Tequila Sunrise, Corpse Reviver, Buck's Fizz e Zombie sono solo alcuni esempi di drink messi a punto in quegli anni, ancora richiesti e famosi come lo erano allora. Alcuni dei cocktail che assaporiamo oggi hanno tuttavia origini più lontane.
Molti derivano da punch e bevande di moda nel XVIII e nel XIX secolo, quando erano spesso serviti in occasione di avvenimenti mondani come balli e ricevimenti. Per esempio il Martini Dry, il cocktail più famoso di tutti i tempi, fu creato nel XIX secolo, anche se nel corso degli anni ha subito alcuni cambiamenti, diventando molto più secco per adeguarsi ai gusti sempre più sofisticati.
Il primo libro sui cocktail, scritto dal "professor" Jerry Thomas pubblicato negli Stati Uniti nel lontano 1860, si intitolava The Bon Vivant's Guide, or How to Mix Drinks.
Anche molti degli altri cocktail classici, come il Daiquiri, il MintJulep e il Manhattan, risalgono a questo periodo e sono stati riscoperti quando i cocktail tornarono di moda appunto negli anni Venti e Trenta.
Altri cocktail, come l'Harvey Wallbanger e il Pina Colada, appartengono al revival dei cocktail del periodo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.
Infine altri drink, come il B-52 e altre bibite analcoliche concentrate (short drink), che si servono in un bicchierino e vanno bevuti tutto d'un fiato, sono i cocktail dei tempi moderni.